Tutte le tradizioni mediche concordano sul fatto che la più potente tecnica di cura dei disturbi psicofisici è quella centrata su una graduale presa di coscienza delle cause profonde del sintomo.
La malattia offre sempre grandi opportunità di crescita interiore, purché ci si disponga ad abbandonare vecchi e precari equilibri di vita e ad aprirsi al rinnovamento.
I simboli del corpo sono quelli dell’inconscio, ed esprimono verità sottili ed informazioni molto profonde sui veri desideri dell’anima. Una lettura corretta delle sue espressioni è essenziale per orientarsi nella comprensione dei contenuti emotivi, affettivi e spirituali veicolati dalla malattia.
A questo proposito, va notato come la comunicazione non verbale rivesta un ruolo di primo piano per comprendere appieno il significato sotteso a qualunque espressione di disagio.
La postura, l’abbigliamento, il tono della voce, le metafore e le immagini cha una persona utilizza sono – come è noto – gli elementi più importanti nel descrivere lo stato d’animo e le intenzioni di chi comunica.
In un colloquio psicosomatico, in particolare, è essenziale osservare:
- come una persona racconta il suo sintomo, il motivo del suo malessere o comunque il suo stato d’animo;
- quali parole usa (metafore e immagini);
- come “punteggia” il suo racconto;
- eventuali modificazioni durante l’esposizione (atteggiamenti posturali, tono della voce, colore della cute ecc.);
- la corrispondenza o meno del contenuto verbale dell’esposizione con l’atteggiamento non verbale;
- in quale parte del corpo si colloca l’eventuale sintomo (la collocazione nella parte bassa o alta del corpo ha significati molto diversi);
- quali modificazioni esistenziali, relazionali o affettive hanno accompagnato o si sono realizzate nei mesi precedenti la comparsa del sintomo o del malessere;
- quale evento la persona ritiene ne abbia provocato la comparsa;
- come si colloca il sintomo nella realtà attuale della persona.
In definitiva, è necessario ascoltare il vissuto emozionale che accompagna la narrazione dei sintomi e la valenza simbolica che il paziente attribuisce all’evento patologico.
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